sabato 16 ottobre 2010

Le cose che vorrei sempre dirti ( dedicato a mia figlia)



Se Dio volesse potrebbe aprirmi di più il cuore e permettere a te di leggerci dentro.
Ci troveresti la tua vita, dal primo vagito, in quella culla rosa con il tuo nome appeso al quel polsino delicato e quel visino dolce che tutti facevano i complimenti, fino all'ultima sillaba pronunciata in mia presenza.
E tutto li dentro figlia mia.
Alla tua età ho ben poco da insegnarti ormai, ma posso dirti quello che io ho imparato nella vita.
Ho imparato che c'è gente che soffre più di noi
Ho imparato che tutti gli esseri umani meritano uno sguardo e una carezza
Ho imparatto che tanti non hanno il coraggio di alzare gli occhi, e ho imparato che il mio dovere è e sempre sarà voltarmi indietro per non lasciare nessuno ultimo.
Ho imparato che qualsiasi persona merita un'attenzione e che se vuoi guardare uno dall'alto in basso è solo per aiutarlo a rialzarsi ( quest'ultima frase è di Garcia Marquez e te la dono penso anche da parte sua).
Mi sono accorto che ogni tanto devi abbassare lo sguardo, non immagini quanta umanità viva la sotto.
Ho imparato che meditare, pensare prima di agire, osservare e porsi domande è più importante che dare sempre delle risposte. La curiosità non ha mai fatto male a nessunno se essa sarà portatrice di sapere.
Ho imparatto che c'è gente che fà conto su di te, non deluderla mai.
Ho imparato che le fiabe non servono perchè non è detto che venga sempre un lupo a liberarti dopo che ti ha mangiata.
Ho imparato che c'è un inganno nella letteratura per ragazzi, la quale sembra essere stata inventata apposta per tenervi lontano dalla vita, quasi fosse stata inventata per un'altra realtà, quella che ogni adulto non cessa mai di sognare, fino al suo ultimo istante .
Ho quindi imparato che le fiabe servono più agli adulti e, se questo è il prezzo da pagare, non diventarlo mai, diventa solamente una donna.
Ho imparato che tu da bambina non eri poi così diversa da noi adulti, perchè anche tu hai imparato la paura, il dolore, la gioia solo tua o da condividere.
Ho imparato che i lupi non sono così mostruosi, ed è sbagliato mettere un bambino in mezzo ad orchi, fate e giganti. Meglio spiegare che il lupo ha bisogno della sua libertà e del suo spazio, come tutti noi del resto.
Ho imparato che è meglio non dare troppo retta agli specchi, spesso deformano la realtà. Meglio fidarti dei tuoi occhi.


E quando un domani, sicuramente molto lontano, io non ci sarò più ( è nelle regole della natura) cerca i segni del mio passaggio, sarà una pergamena aperta, e saranno lì per quando ne avrai bisogno.
Un uccelo che volerà alto, sara il mio passaggio di testimone a te per una vita libera.
Una stella brillante in cielo, il mio amore, che è stata la gioia della mia vita.
La faccia radiosa della Luna, l'amore mio per te.
Un fiore qualsiasi, il segno che ogni cosa a questo mondo è profumata, basta sentirla da vicino.

Tuo padre


Sogno fra una lacrima di pioggia e un raggio di sole d'Ottobre







Credo che il sogno di questa notte non lo direi di certo a un santo.
Ti ho dipinta fra le stelle nel cielo più bello che tu abbia mai visto
e il tuo viso era una luna sottratta alla splendente luce del sole,
finendo così dal palmo della mia mano  al firmamento intero.
Io, pallido scribacchino e poeta nottambulo, mi accontento solo di un tuo sguardo sfuggente
mentre sto oziando sulla mia tavolozza.
Lorenzo

giovedì 14 ottobre 2010

Inaccettabile




E' inaccettabile che si dia un premio Nobel a uno scienziato onesto
E' inaccettabile che venga dato a un medico definito dal Vaticano " un medico che applica tecniche animalesche"
E' inaccettabile che venga premiato uno scienziato che ha dato gioia a milioni di nuove mamme
E' inaccettabile che si premi uno scienziato che disattende tutte le norme etiche.

Con queste frasi il Vaticano ha così bollato la premiazione del Prof. Robert Edwards padre della fecondazione artificiale.
Ancora una volta la fabbrica dei preti pedofili  ha sentenziato contro la scienza, la scienza a favore dell'uomo, a favore delle donne che desiderano avere figli ma che madre natura non permette loro.
La mia domanda è molto semplice e di carattere filosofico:
Qual'è il limite etico superato da questo scienziato che ha lavorato, da un punto di vista teleologico, per la vita e la felicità umana e solo a favore di essa?

L'attuale legge sulla fecondazione assistita italiana è fra le peggiori esistenti in Europa, la famigerata Legge 40.
Essa non permette un normale seguito della profilassi e delle tecniche impiantistiche  senza nessuna motivazione logoco-scientifica,solo gli interventi dei tribunali italiani e della Corte Costituzionale hanno consentito di avere un minimo di garanzie e di rispetto dei diritti individualzione scientifica, di adoperare tutte le tecniche messe in atto dal professore premio Nobel.
Quando Louise Brown, la prima bambina al mondo concepita in provetta, nacque, il 25 luglio del 1978 si parlò di scandalo, di procedura non etica e contro natura. Oggi le tecniche per la fecondazione artificiale sono numerose e consolidate in numerosi paesi esteri e vi si ricorre non solo per problemi di infertilità all'interno di una coppia, ma anche per evitare la trasmissione di malattie genetiche dai genitori al figlio. Se è normale eseguire dei controlli prima di una gravidanza, con lo scopo di individuare eventuali malattie, perchè in uno Stato laico non dovrebbe essere normale avendo lo stesso obiettivo, la diagnosi preimpianto?

Io penso che, alla luce di questo riconoscimento scientifico di carattere mondiale, tutte le forze laiche di questo paese debbano prendere seriamente in considerazione la riformulazione della Legge 40, contro tutte quelle forze bigotte e conservatrici, interpreti del bene e del male in un ottica di morale vaticana , in modo che si regolamenti la fecondazione assistita e non che la si vieti come succede da noi.
Forse molti non lo sanno, mi riferisco ai politici nostrani, ma sono ricominciati i viaggi della speranza all'estero, a volte in strutture mediche di cui si sa poco o nulla, ma comunque ad appannaggio di chi economicamente se lo può permettere, lasciando fuori tutta quella fascia di potenziali famiglie che desiderano figli ma con un reddito basso.
Ancora una volta diritti fondamentali della persona e della famiglia sono stati messi in discussione dai vaticanisti al governo....e nessuno, a sinistra, solleva il problema come si dovrebbe.


Lorenzo

martedì 12 ottobre 2010

Ecce Victor



Ecco il vincitore . 
Ha vinto lui e tutti quelli come lui, nazisti bastardi, picchiatori folli al Gay Pride e  nel centro di Genova.
Ha perso lo sport, la sua ennesima sconfitta, hanno perso gli spettatori onesti, quelli che pacificamente si fanno perquisire e che non possono portarsi una bottiglia d'acqua.
Hanno perso i ragazzi (di cui 1200 bambini) che vorrebbero avvicinarsi al calcio, e che non hanno potuto portarsi nemmeno l'Estatè perchè requisito agli ingressi.
Mentre stasera è invece entrato tutto l'occorrente per una guerriglia urbana : petardi, fumogeni, coltelli, tronchesi, bastoni.
Ha vinto la violenza, ancora una volta, la stessa violenza che ha subito una donna questa mattina, infermiera mentre andava al lavoro, in una stazione del metrò, stesa con un pugno da un giovane solo perchè lei si è fatta rispettare per mantenere la fila.
Soprattutto ha vinto la gente che gli camminava sopra, mentre lei, stesa a terra, iniziava il suo percorso per il coma da trauma cerebrale.
Finchè ci sarà questo silenzio assordante della gente "perbene" loro continueranno a vincere.

Lorenzo

domenica 3 ottobre 2010

L'ultimo ballo



Foto di Lorenzo - Alessandria 03-10-2010

venerdì 1 ottobre 2010

Guida Galattica ai Supermarket





E' istituito sul pianeta Terra un servizio chiamato Supermarket. E' un luogo dove si possono comprare molte cose, anche alimentari. Nel caso si pagasse con il bancomat seguire il primo capitolo.
Ecco le istruzioni per l'uso a seconda del genere di appartenenza ( es. uomo o donna)

DONNA:

1) Prendela lista della spesa che puntualmente è servita come pro-memoria man mano che vi mancava qualcosa.
2) Prendere il carrello della spesa oppure borse in vostro possesso
3) Una ripassatina generale al tutto
4) Mentre andate al supermercato siete tentate da gingilli e borsette varie in vetrina. Non ora per favore.
5) Entrate nel supermarket e diligentemente fate la spesa
6) La chiaccherata di un ora con la vostra amica non pregiudica nulla.
7) Pagate alle casse ( attenzione al consiglio numero 6) e riponete con ordine la spesa

Fatto

UOMO:

1) I consigli dall'uno al tre per voi sono inutilizzabili.
2) Mentre andate al supermercato con l'auto siete tentati da; bar, giocata enalotto, sigarette, vetrina moto, giornalaio, bar ( ce ne sono 4 nel tragitto), benzinaio. Non ora per favore.
3) Frugate nelle tasche in cerca dell'euro per il carrello, li avete lasciati tutti in auto, era il resto del punto 2.
4) Cercate di cambiare, cercate un prestito, bestemmiate perchè non è giusto mettere monete per un carrello.
5) Entrate senza
6) Al banco della carne non dite: " vorrei della carne"
7) Al banco del pesce non dire : " mah vorrei del pesce "
8) Al banco del pane non dite : " beh, mi dia del pane"
9) Al banco frutta e verdura non parlate; è automatico.
10) Non iniziate a chiedere a chiunque : scusi dov'è?...sono 15 anni che frequentate sempre lo stesso market.
11) Vi serviva solo il dentifricio, perchè avete iniziato comprando 6 saponi e 4 shampoo?
12) E' la data di scadenza non.... una data
13) Non cercate la fila dove la cassiera è più carina
14) Non iniziate a chiedere se è libera stasera la cassiera più carina
15) Non insultate il direttore vicino la cassiera più carina...è suo marito.
16) Rifate la fila ripartendo da 12, la frutta e verdura vanno pesate e prezzate.
17) Riponete la merce
18) Dovete chiedere prima delle buste
19 ) Sulla tessera COOP c'è scritto COOP
20) La scia che lasciate dopo aver pagato sono le uova rotte nella borsa.
21) La scia che lasciate sono il miscuglio di dopobarba che avete provato
22) La scia che lasciate è il dentifricio esploso sotto il peso del trapano che avete comprato....inutilmente.
23) Il tagliapomodorirossiprovenientidalbrasilemachesitaglianosoloseacerbi, dal prezzo di 200 euro, sta schiacciando i succhi di frutta ( scaduti ), che non bevete mai, dentro la borsa.

Fatto

24) Non avere comprato nulla per pranzo....ci sono i 4 bar nel tragitto.


Lorenzo

giovedì 30 settembre 2010

Guida Galattica per Bancomat




E' stato istituito un nuovo servizio bancomat chiamato drive-bank.
Ecco le istruzioni per l'uso a seconda della persona ( es. uomo-donna):

UOMO:

Fermarsi in prossimità del POS
Tirare il freno a mano e spegnere il motore
Inserire la carta
Digitare il codice pin
Digitare importo
Ritirare carta
Ritirare contante e ricevuta (quest'ultima opzional)

DONNA:

Avvicinarsi con l'autovettura al bancomat
Fare retromarcia fino ad allineare il finestrino al POS
Riavviare il motore che nel frattempo si è spento
Spegnere il motore
Abbassare il finestrino
Cercarre la borsetta e svuotare il contenuto sulle ginoccchia del marito passeggero
Aprile lo sportello dell'auto perchè non ci arrivate con il braccio
Inserire la carta
Giratela nel verso giusto
Risvuotare la borsetta per cercare l'agendina con il PIN
Digitare il PIN
Cercare il nuovo PIN perchè quello precedente era scaduto
Premere CANCEL e digitare nuovo PIN
Azzittite il marito
Digitare l'importo desiderato
Riazzittite il marito
Ritirare contante e ricevuta
La ricevuta non viene se avete risposto No alla sua richiesta
Cotrollate il trucco nello specchietto retrovisore, serve per quello
Riporre il contante  nel portafoglio
Ripartire
Stop
Tornate indietro
Fare il saldo partendo dal consiglio " inserite carta nel verso giusto"
Ritirate carta
Partite
Dopo 5 o 6 Chilometri...... togliete il freno a mano



Lorenzo



mercoledì 29 settembre 2010

Jarrat, contea di Greensville - Virginia ( USA)




Una iniezione letale e via. Si è consumata, il giorno 24 Settembre 2010, la condanna a morte di Teresa Lewis, la disabile condannata  per concorso nell'omicidio del marito.
La notizia è stata ripresa solo con pochissimi e brevi passaggi dal qualche TG nazionale, nel complesso il silenzio è stato totale.
Un altro presidente, di uno stato in cui la condanna per lapidazione è prassi normale, ha messo in evidenza un fatto: la condanna a morte di una donna da noi è un fatto internazionale, ma se capita negli USA nessuno ne parla.
La cosa sa tanto del ladro che da del furfante a un altro ladro, ma le cose così stanno nella realtà.

Ma al di la' di questa ennesima provocazione, la tragica fine di questa disabile di 41 anni non commuove piu' di tanto l'America, ormai assuefatta alle esecuzioni capitali. Il fatto che sia stata uccisa una donna, la prima dal 2005, e che neanche il ritardo mentale le abbia salvato la vita, ha certo provocato maggiore attenzione. Ma nessuno sdegno, ne' una ripresa delle polemiche contro questa forma di punizione estrema.
Ovviamente trattandosi degli Stati Uniti d'America anche l'opinione pubblica occidentale è stata molto attenta a non far trapelare questa notizia o, perlomeno, a creare un movimento di opinione.
Si è creato invece per  Sakineh, la donna iraniana condannata a morte addirittura per adulterio, e pare che la sentenza sia stata ripresa in esame.
Ovviamente il governo italiano si sta prendendo tutti i meriti, cosa ormai normale, ma c'è una cosa che non mi piace, che mi insospettisce: perchè siamo stati zitti per Teresa?
Ricordo che è la prima donna in Virginia ad essere condannata a morte dopo circa un secolo e che l'amministrazione Obama è stata molto attenta a non intervenire, a lasciare che le cose facessero il oro corso.

Mi rivolgo ora al popolo della sinistra, al pololo che ha una opinione e scende in piazza quando occorre e non sta zitto per volere del padrone, non vi siete sentiti usati?
Ho letto una miriade, giustissimo, di appelli per Sakinen ma nemmeno una parola per Teresa, eppure i casi sono simili, due donne condannate a morte ingiustamente.
Questo succede quando ci si comporta come fanno e facevano i padroni, o l'odierno berlusca nazionale, si prende un poveraccio lo si porta ad esempio di sofferenza e gli si elargisce due monete d'oro; in questo modo si è dimostrata benevolenza e magnaminità, ci si è lavati la coscienza e si è fatto un pubblico atto di carità.
Ma il problema rimane, e altri, nel silenzio, muoiono di fame.
Siamo stati usati cari lettori di sinistra, siamo stati usati per un disegno ben preciso, destabilizzare l'Iran, il nuovo nemico USA,  e, stavolta, nemmeno ce ne siamo accorti.

Lorenzo


lunedì 27 settembre 2010

Il tempo



 L'unica realtà del tempo è la nostra immaginazione di esso



Che cos’è il tempo? 
Iniziò a domandarselo Agostino da Ippona, meglioconosciuto come S.Agostino, nel libro delle confessioni:  ” "Se nessuno me lo chiede so benissimo checosa sia; se qualcuno, però, me lo chiede e io cerco di spiegarglielo, non loso più.
Eppure la filosofia ha continuato a chiedersi che cosa sia e didescriversi seguendo un tempo, una storia, pensando all’antichità o allamodernità e oggi addirittura alla post-modernità. Tutte espressioni che partonoda esso.
La nostra cultura, che si alimenta, volente o nolente, dellafilosfia, indica nella velocità il tratto della nostra epoca. Velocità,arresto, rallentamento, sostantivi che fanno parte dela nostra vita e sonodeterminati dallo scorrere o dal suo rallentamento.
Millecinquecento anni dopo Husserl reintroduce questadomanda nella filosofia, senza dare risposte certe
" naturalemnte conosciamocosa sia il tempo, ma se iniziamo a renderci conto della coscienza del tempoecco che cadiamo nella più totale confusione”.
La scienza ha cercato di concretizzarlo nelle formulefisiche, Einstein parlò dello spazio e del tempo rifacendosi alla relatività diessi., ma senza individuarne elementi nuovi che ci abbiano fatto prenderecoscienza di che cosa sia esso.
La domanda è forse posta male? Se no allora mi devono spiegareperché dopo questo quesito semplice segue il silenzio di 1500 anni difilosofia.
Io allora mi chiedo che cosa genera in noi l’idea ditempo,anzi di una direzione del tempo; quali immagini della realtà si formanonel nostro intelletto ed è uguale per tutte le culture?
Sappiamo che nel mondo orientale il trascorrere della vitaha un senso nettamente diverso da quello occidentale;  più “ fatalista e pluralista “ il loro, piùrazionale e univoco il nostro. Allora il problema filosofico non è ontologico maantropologico, culturale, quindi relativo o relativista. Non esiste una veritàassoluta di tempo , un modo univoco di intenderlo.
Dunque il tempo è un prodotto della nostra immaginazione ditempo. L’idea che noi occidentali ne abbiamo dipende dal nostro modo di vederelo spazio. Si prenda ad esempio quello che noi chiamiamo moderno: non è altroche una proiezione del passato dove giorno per giorno lo scorrere dei giorni cifa arrivare fino al presente, arrestandosi, sbattendo la faccio contro questostesso attimo, contro l’adesso, perché il futuro nella nostra cultura nonesiste. Ma nelle altre si, è un continuum dela vita stessa dove ogni attimo èun presente e a cui bisogna rendere conto al passato per avre un futuro certo.
Ecco che allora il tempo, nelle culture orientali, prendeuna forma in tutte le direzioni, quasi una forma tridimensionale e dove l’uomodel presente è, come disse Wittengstein un granello di sabbia in un mare dove siignorano i confini.
La società occidentale, a partire dal positivismo e dalloscienzismo, ha voluto a tutti i costi “ razionalizzare e catalogare il tempo”intaccando le nostre coscienze e togliendoli quel senso di infinito emisterioso tale da continuare a farci sognare.
Le conquiste geografiche non sono state in fin dei conti unasfida allo spazio e al tempo? Una sfida al pensiero scientifico corrente, unasfida al pensiero stesso?
Perché non tanto ci si chiedeva da dove venissero leidee, ma ci si chiedeva fin dove potessero arrivare.

Lorenzo

Ora basta!



Mi rivolgo a chi abita al nord, ma anche al centro e al sud, perchè anche da quelle parti d'Italia stanno nascendo  movimenti localisti e simil-leghisti.
le ultime dichiarazioni ( e non sparate come dicono molti in senso quasi pietista e benevolo) di Bossi alla festa leghista di Lazzate, con tanto di applausi dei presenti, sono di una violenza inaudita e offensive nei confronti dei romani innanzitutto, ma anchedi tutti gli italiani.
Riporto una parte dell'articolo su La Repubblica:


Torna a calcare la mano. Lo fa con una nuova sortita contro Roma e i romani che scatena reazione critiche si dalla maggioranza che dall'opposzione. Umberto Bossi, parlando ieri, in tarda serata, nel corso di un'iniziativa a Lazzate, si scaglia contro l'ipotesi di spostare il Gran Premio di Formula Uno da Monza nella capitale: "I romani se lo possono dimenticare, Monza non si tocca e a Roma possono correre con le bighe".

Ma il Senatur va oltre. E si lascia andare ad uno sprezzante attacco ai cittadini di Roma. "Basta con Senatus Populusque Romanus, "il Senato e il popolo romano", io dico 'sono porci questi romani'", scandisce Bossi fra gli applausi del pubblico e le risate del figlio in piedi accanto a lui.


Io auspico con tutte le forze una reazione da parte di tutti noi cittadini. isoliamoli questi banditi e fascisti.
Violenti sia verbalmente che con i fatti, sprezzanti del popolo, delle istituzioni e dei loro rappresentanti.



Lorenzo

sabato 25 settembre 2010

Il messaggio del presidente della camera Gianfranco Fini



Breve post giusto per dire la mia su questa lunga, estenuante e sciocca attesa.
Non è possibile in un paese sviluppato dell'occidente che la gente e, soprattutto, i mass media prestino così tanta attenzione a un messaggio di discolpa.
Discolpa politica? Personale? Quale discolpa?
E' la terza carica dello stato e dovrebbe essere integerrimo, ma sicuramente non lo è, magari non per colpa diretta, ma l'ambiente politico di provenienza fa ben poco sperare.
Ma ancora una volta ci lasciamo travolgere dalle pagliuzze quando invece sono le travi che devono essere degne di notizie adeguate e di inchieste serie e di presa di coscienza di una popolazione.
Siamo un popolo inadeguatamente vivente nel mondo occidentale.

Lorenzo


venerdì 24 settembre 2010

L'attesa


Messina, Settembre 2010




Lorenzo


Colori si Sicilia


Casa di Milazzo, Settembre 2010

Lorenzo

Dentro il tempo


Perugia, Settembre 2008
Foto del sottoscritto

Lorenzo

venerdì 17 settembre 2010

La libera repubblica dei Writers



L'arte di strada, come viene anche chiamata quella dei graffiti o writers, è una delle espressioni più popolari di questi ultimi decenni, inteso anche come fenomeno di massa.
Il desiderio di comunicare, di fare arte, di inventarsi un mondo colorato e di urlare il proprio disagio fa di questi modern artists il popolo più all'avanguardia nel campo della pittura murale.
Quando nel 1983 il diciasettenne greco Demetrius, noto come Taki, decorò i muri di New York col proprio nome scritto con una bomboletta spray, nessuno immaginò quanto quelle parole avrebbero significato di li a poco.
Era nato il writing, quella ormai popolare forma di espressione artistica che fa vive per le strade delle nostre città, che graffiano i muri e colorano i treni delle metropolitane.

Le immagini qui sotto propongono alcuni esempi significativi della " Aerosol Art" chiave d'accesso all'affascinate mondo dei Writers:
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Un'arte discussa, spesso ingombrante, tollerata solo da alcuni amminostratori locali, perseguita come illegali e irrispettose da altri.
Eppure arte straordinaria che ha aperto la strada alla grande stagione del "graffitismo" di Keith Haring:
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e dei graffiti dissacranti di Jean-Michel Basquiat, per citare solo due artisti provenienti dalla strada:

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Ma perchè si graffittano muri:
Secondo me dietro il movimento dei writers c'è tutto il disagio metropolitano e la voglia di provare a reagire in modo positivo.
i ragazzi che vivono le grandi aree metropolitane periferiche spesso di devono confrontare con un paesaggio urbano incolore e inospitale.
La voglia di colore nasce spontanea, ed ecco allora le prime scritte sui muri come frasi semplici, la propria firma, un semplice disegno che rappresenti la propria vita.
Parole libere che , nel loro semplice esistere sui muri, acquistano una eccezionale forza espressiva.
Insomma, in questo modo si sono conquistati il loro diritto di parola, un po' come noi blogger su questi muri virtuali.

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Lorenzo

martedì 14 settembre 2010

Anima e corpo



Ci risiamo!
Eh si, perchè quando metto un post che a me piace, che mi garba l'argomento, in questo caso il cinema, leggo sempre qualcosa che mi "obbliga" a scriverne un altro in risposta a un qualcosa che mi ha turbato, dal punto di vista politico e filosofico ovviamente.
Si tratta del corpo, il nostro corpo, il tuo corpo caro lettore e il corpo di chi si getta in politica o desidera fare carriera.
Si cade sempre in contraddizione con le nostre azioni, con i nostri desideri, con quelle che sono state le conquiste etico-sociali dell'uomo e della donna.
Quanti danni ha fatto il cristianesimo scindendo corpo e anima! Quanti danni ha fatto Platone separandoli , svilendoli, addirittura paragonandoli ad un cadavere sottoterra e a un corpo vivo legato sopra.
Forse non è stato capito il filosofo greco o forse capito fin troppo da S.Agostino tanto da indurre poi la chiesa a preservare l'anima ma infliggendo punizioni al corpo, specialmente senza senso o nella lotta paolina contro la carne.
Cosa sta succedendo ora?
E' sotto gli occhi di tutti la dichiarazione dell' On. Stracquadanio sul fatto che ognuna ( badate bene parla solo al femminile) è libera di prostituirsi per la carriera politica o per entrarci.
Innanzitutti almeno una dozzina di filosofi si staranno rivoltando nella tomba ( senza nessun corpo vivo legato sopra) compreso il povero Platone, ma soprattutto Aristotele che sulla politica ha scritto uno dei più bei trattati della filosofia.
Corpo, questa macchina de-eroticizzata, questo strumento che dà piacere per fini diversi, questa anima che lo ha solo in prestito.

Ma l'uomo non ha un corpo;
è un corpo!!

Lo affermo con tutta la forza possibile.
L'anima non ha un involucro esterno, giusto per farsi vedere, chiamato uomo, con le sue carni e le sue viscere, macchina in continuo funzionamento sempre a disposizione dell'anima. Il mio corpo sono io e la mia anima uguale. La mia anima sono la ragione, il raziocinio, i segni che interpreto, la volontà di essere e di gettarmi nel mondo, quindi IO, me stesso, il mio corpo vivente e pensante.
Il cristianesimo agli inizi tese ad eliminare l'eros terreno identificandolo con il diavolo, in quanto i primi martiri patirono le persecuzioni della carne, concludendo che il piacere del corpo inteso come" ruoli erotici" era da abolire, per rispetto a loro.
Cosa rimaneva allora? Il sesso. Si perche io non ho mai visto nessuna società e nessuna religione rinunciare al sesso, ma una volta tolto ad esso l'erotismo quale appagamento anche dell'anima, rimane solo il sesso puro per il corpo. Corpo che si fa presto ad " ripulire" con il pentimento, magari anche lui corporale.
L'anima è fuori da tutto questo.

Allora è da qui che uno si può permettere di fare dichiarazioni come quelle dell'onorevole, il corpo che faccia quello che vuole tanto l'anima non viene intaccata.
Ma la cosa più triste è che in questo caso la ragione rimane solo un appendice del cervello, un programma resettabile giusto per il suo funzionamento, un sistema operativo che fa funzionare questa macchina immonda libera di muoversi senza regole, le nostre regole.

" Anima e corpo insieme inducono in noi stessi un'idea di fedeltà del mondo e al mondo "

Lorenzo



Lorenzo

lunedì 13 settembre 2010

Blue in the Face




Il fumo della sigaretta è sempre stato un simbolo si del vizio ma anche della seduzione e del carattere. Nel cinema la sigaretta è quasi sempre stata usata per dare più forza e decisione al personaggio, conferirgli una aureola misteriosa o semplicemente caratterizzarlo.
Ma il cinema americano non si è limitato soltanto nel dare questo ruolo alla sigaretta, ne ha fatto pure un film, anzi due, dove il tabacco, le sigarette e soprattutto i fumatori sono i protagonisti assoluti del film di Wain Wang, regista cinese forse più newyorkese dei newyorkesi stessi.
Dicevo che due sono i suoi film, rispettivamente Smoker e Blue in the Face, dove si racconta la storia di incontri in una tabaccheria di Brooklyn, tenuta da Auggie ( Harvey Keithel ).
La tabaccheria di Auggie è il centro attorno al quale ruota la vita di una intera comunità e dove si intrecciano storie, esistenze, speranze e sogni. Un gruppo eterogeneo di personaggi che commentano, osservano, raccontano, ricordano.
Blue in the face non è un racconto, ma un insieme di racconti senza una vera trama. E ' uno squarcio di quartiere, città nella città, come lo sono poi tutti i quartieri di New York, ma è anche uno spaccato di America, con i suoi idiomi, etnie, confessioni religiose e miti come i Dodgers e la cialda belga.
Il risultato è una tranquilla armonia umana, la vera bellezza di Brooklyn.
" Tutto il quartiere viene qui, un ritrovo e questa tabaccheria fa in modo che il vicinato resti unito. A venti isolati da qui i ragazzini si sparano per un paio di scarpe. Chiudere questo negozio è uccidere il quartiere".
Questa è la frase emblema del film, l'integrazione in uno spazio, la conversazione, il fumarsi una sigaretta in pace e in compagnia, una sorta di serena unità.

Anteprima

Il film non si può dire sperimentale, ma utilizza tecniche espressive e fotografiche originali.
La scelta del regista di mantenere la macchina da presa fissa da un senso di film verità, una sorta di documentario su Brooklyn e la sua gente.
Si, perchè è la gente e le parole i veri protagonisti del film. Blue in the Face è una espressione idiomatica newyorkese che si da quando uno parla veloce, senza interruzione ( fino a perdere il fiato, appunto blu in faccia).
La storia, così come l'angolo del quartiere, sembra quasi fuori dal tempo, ma con una connotazione molto umana. Soltanto le didascalie suggeriscono il trascorrere delle ore e dei giorni secondo i pensieri di Auggie, vera e propria memoria storica del quartiere.

Molto bella, ad esempio, questa scena del film fra Harvey Keithel e Jim Jarmush, un altro dei tanti protagonisti.




Dedicato a chi apprezza ancora una sigaretta in compagnia.

Lorenzo

venerdì 10 settembre 2010

Undici Settembre


Anche la retorica oramai ha gettato la spugna nel commentare o commemorare uno degli episodi che più ha segnato la nostra civiltà, ormai ricordato come 11 Settembre 2001.
Solo qualche intervento sui TG nazionali, ma sull'onda di un predicatore pazzoide e con l'esigenza della visibilità, visto che la sua chiesa ormai era frequentata solo da una decina di " fedeli".
Quello che mi sorprende è la grande confusione che regna, specialmente nel mondo dei blog, nell'inventarsi nuove verità, nello smentire, nel ricrearne di nuove, tralasciando invece quella che dovrebbe essere eticamente una via da seguire: Perchè tutto questo?
Creando confusione mediatica si rischia di mettere alla pari tutte le tesi, alcune vere molte false. Infine, come sta succedendo adesso, si crea inevitabilmente una overdose di informazioni per cui al termine di questo processo non si parla più di nulla.
Le domande che andavano invece poste avrebbero dovuto essere sulle cause, sui perchè, i motivi di questo odio verso il nostro mondo occidentale. Ma qui le risposte sarebbero state tutte a nostro svantaggio, o quasi tutte.
Si sarebbe dovuto criticare la politica estera interventista USA, l'uso della forza militare che ha preso il posto della politica, il fallimento totale delle missioni in Iraq, sia dal punto di vista militare che in quello politico. Ricordo che nessuna arma di distruzione di massa è stata trovata nel paese di Hussein.
E' una lunga storia di fallimenti, di politiche basate sulla conquista economica e delle fonti energetiche, di regimi instaurati ad hoc per le potenze occidentali e le multinazionali americane, di vendita insensata di armi a gruppi in contrasto all'allora regime sovietico, i taleban solo per fare un esempio.
Dopo questo scempio durato decine di anni ai danni dei popoli arabi, una sistematica politica isolazionista nei confronti degli arabi moderati e il dare carta bianca ad uno stato il cui suo intento è stato solo quello di espandersi nel nome del Dio di Israele a qualsiasi costo, è normale, purtroppo, che qualcuno si svegli con intenti vendicativi.
Una cruda e dura critica al nostro modello di sviluppo espansionistico, una critica al ruolo USA di polizia mondiale degli interessi occidentali, questo dovrebbe essere il canale su cui ragionare.
Ma come al solito avviene è nel silenzio dopo la confusione il nostro modo di cercare la verità.

Lorenzo

lunedì 6 settembre 2010

Happiness





"La felicità sembra fatta per essere condivisa."

Racine

sabato 4 settembre 2010

domenica 29 agosto 2010

Un mondo di plastica (e cellophane)





Rimango sempre più stupito ogni volta che torno a casa dal fare la spesa.
Due borse piene di merce alimentare e non, e quando arrivo a casa il prodotto che ho inteso comprare si riduce alla fine in mezza borsa.
Il motivo è semplice, tutto il resto erano involucri.
I supermercati, con la scusa dell'igiene, presentano i loro prodotti tutti impacchettati in contenitori di polistirolo, plastiche, cartoni colorati e via di seguito. Ma l'esagerazione, a mio giudizio, viene dal fatto che ormai anche un semplice frutto, una verdura qualsiasi è tutta impacchettata, anche singolarmente.
Mele iperlucidate confezionate una per una come se fossero gioielli; carni in contenitori di polistirolo e cellophane, anche una singola bistecca; 50 grammi di salmone in buste di cartone e plastica. Tutto inscatolato, tutto confezionato.
A parte il volume della spesa che è alquanto ingombrante, ma tutti questi prodotti di scarto dove vanno a finire??
Nell'immondizia e, nel migliore dei casi, nella raccolta differenziata.
Io quasi tutti i giorni getto un sacco di plastica, comprata al supermercato e pagata. Si, perchè queste operazioni hanno un prezzo e incide sul preìzo finale del prodotto.
Cosa fare?
Beh, innanzitutto io da qualche tempo scelgo prodotti come frutta e verdura venduta rigorosamente sfusa. Ma è poco, lo ammetto.
Sono dell'avviso che il governo, regionale o nazionale, debba emanare delle leggi che regolamentino questo tipo di vendita, vietare l'uso, se non strettamente necessario di questi involucri.
Questo problema non investe solo i prodotti alimentari. Avete mai comprato ricambi per computer o chiavette di memoria? Sono impacchettati fino all'inverosimile, per renderle più visibili e accattivanti, ma fra l'altro, anche scomode da aprirsi :))
I giocattoli poi??
Un pupazzetto di qualche centimetro in una scatola enorme, sigillato in un coperchio di plastica, coperta con altra plastica legata con altra plastica.
Un mondo di plastica, dove il vero contenuto è ormai solo un optional.

Lorenzo

mercoledì 25 agosto 2010

Avanguardie artistiche, Enki Bilal


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Fumettista, regista, illustratore, Enki Bilal, nato a Belgrado nel 1951 è uno degli autori più complessi e affascinanti del mondo del fumetto. Insieme a Moebius, è considerato il maestro dell’arte sequenziale francese, con le sue complesse architetture narrative e iconografiche, grazie alle quali ha dato una forte sterzata al fumetto francobelga.

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Ha iniziato a lavorare come sceneggiatore insieme a Pierre Christin nel 1975 su una serie di racconti separati, con una natura surreale e fantastica.
Si trasferì presto a Parigi una delle città dove l'arte grafica e fumettistica è molto all'avanguardia.
La critica sociale, il modernismo sfrenato, l'uomo da considerare come una macchina sono tendenze tipiche di tutte le sue opere.
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Équateur Froid è la terza parte della trilogia Nikopol, ed è stato scelto come "Il libro dell'anno" in Francia, il primo libro a fumetti ad ottenere questo onore.
Un Bilal dallo stile molto elaborato e visivo, e l'atmosfera caratteristica molto dark è una costante a tutte le sue opere, soprattutto quelle che vanno direttamente a criticare i sistemi politici.




Lorenzo

lunedì 16 agosto 2010

Un pò di meritato riposo






E' arrivato anche per me il momento di un pò di riposo.
Auguro a tutti buone vacanze, sia a chi deve ancora partire e a chi è già tornato.
A chi lo fosse ancora un arrivederci a presto.
Lorenzo

sabato 14 agosto 2010

Blade Runner




Los Angeles, 2019.
Il cacciatore di taglie Deckard ( Harrison Ford) viene incaricato dalla polizia di rintracciare e uccidere un gruppo di replicanti ( lavori in pelle) Nexus 6 dalle forme umane, sfuggiti al controllo della Tyrrel Corporation che li ha costruiti. il capo dei ribelli è Roy ( Rutger Hauer), un replicante più forte è intelligente degli altri.
La Los Angeles del 2019 è, a dispetto del nome, un inferno, una città multietnica talmente priva di identità che utilizza addirittura una lingua locale incomprensibile formata dalla moltitudine delle parlate dei suoi abitanti.
Il caos e l'anarchia sono onnipresenti, come l'incessante pioggia e oscurità che sembrano avvolgere l'intero pianeta, ormai gravemente compromesso da un inquinamento irreparabile, metafora del generale malessere della sociatà odierna.
Tratto da un racconto di Philip Dick ( gli androidi sognano pecore elettriche?), il film è pieno di spunti tipici dello scrittore statunitense: una umanità irriconoscibile, la repressione poliziesca, il chiedersi del nostro passato, cosa è umano e invece no.
Anche qui la società è corrotta moralmente ed essere un poliziotto è un privilegio sociale, una società nella quale tutto tende a essere artificiale: piante, animali, amici, uomini. Ognuno pare vivere per sè, tentando di difendersi da un mondo sovraffollato che della eliminazione fisica vede la speranza per un pò di spazio vitale.
Ciò che colpisce maggiormente nel film, oltre agli effetti speciali e alle ambientazioni, è senza dubbio un'ansia di vita degli androidi, così simili agli uomini ma privi del diritto di essere liberi.
Questo tema era anche caro a un altro scrittore di fantascienza, Isaac Asimov, dove nel suo ciclo dei Robot pone quesiti interessanti proprio su cosa sia vita e cosa non lo sia.
Un mondo, quello di Blade Runner, che cerca di dimenticare il passato ( rappresentato da vecchi edifici fatiscenti) e perfino il presente con l'incessante offerta di una nuova vita sulle colonie extramondo. Sembra che solo i replicanti sentano l'esigenza di prove tangibili di un passato che possa giustificarne l'esistenza ( altro tema caro a Phillip Dick).
Fotografia, illuminazione, sonoro. ciascun elemento contribuisce a ottenere quel senso di oppressione, di minaccia, di angoscia esistenziale che avvolge luoghi e personaggi. Frutto di una ottima regia di Ridley Scott, uno dei più bravi registi tuttora esistenti.
La luce e il colore, innanzitutto. gli esterni presentano una dominante di tinte calde ( arancio, giallo, rosso ), in contrasto con gli interni dove dominano tinte più fredde.
Infine la parola, la componente verbale, svolge un ruolo fondamentale nel film, soprattutto per la sua assenza, o meglio una riduzione all'essenziale. I personaggi infatti sono più connotati dall'espetto visivo, i dialoghi non si sovrappongono mai, e mai viene spiegato lo stato d'animo degli umani mentre prevalgono i sentimenti degli androidi.
Deckart parla poco, addirittura nel confronto finale con Roy sui tetti assiste in silenzio all'epilogo, e dove viene detto il famoso monologo finale " Io ne ho viste di cose che voi umani....."


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"La candela che splende il doppio del suo splendore, brucia in metà tempo... e tu hai sempre bruciato la tua candela da tutte e due le parti"
(Mr. Tyrrel)

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"Non capivo perchè un replicante collezionasse foto. Forse loro erano come
Rachael: avevano bisogno di ricordi".


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"Ho fatto cose... discutibili. Cose per cui il Dio della biomeccanica non mi farebbe entrare in paradiso".
"Sveglia! E' tempo di morire".
" Se solo tu avessi visto quello che ho potuto vedere io con questi tuoi occhi"
(Roy)
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Sushi, così mi chiamava la mia ex moglie: Pesce freddo.
(Deckart)
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"Più umani degli umani" è il nostro motto.
Tyrrel Co.



Lorenzo

venerdì 13 agosto 2010

The catwoman





Visto che sto scrivendo un post riguardante un film dei miei preferiti e non riesco trovare una forma che mi piaccia che sia differente dai post di Felinità, la migliore in questo campo per me, sono costretto a ruffianarmela dedicandole questo filmato, nella speranza che non mi dia in futuro del copione:))
In ogni caso lo dedico a lei con affetto e simpatia.

Lorenzo

martedì 10 agosto 2010

Il disinganno dogmatico


Quando ero giovane ( fino a pochi anni fa :DD ) il mondo ruotava intorno alle idee.
Un'idea di mondo, un'idea di società, un'idea di politica, poi le idee erano molte ma c'era un'unica idea di confronto dialettico e non.
Quindi il mondo credeva, era credente.
Oggi, ovunque uno si giri, si vedono solo scettici, un ritorno dello scetticismo nel senso moderno del termine," non sono interessato quindi non credo". Presumo sia il peggiore, nemmeno Hume avrebbe pensato a tanto.
Pensiamo di vivere nel disinganno, liberati finalmente dal mondo delle idee, di aver aperto gli occhi, di vedere il mondo con occhi puri, senza filtri ingannevoli.
E il linguaggio della politica infatti è cambiato, non si fanno riferimenti culturali, si parla a ruota libera.....quasi senza pensare.
In questo risveglio dogmatico gli ex fanatici barcollano, pieni di nausea, convinti di essere stati nell'errore, si autocommiserano e addirittura rinnegano un passato anche abbastanza recente.
Dall'altra parte politica, la destra, forti del loro naturalismo biologico, dei freni sociali che ha messo la chiesa in 2000 anni, delle radicali idee popolari restie ai cambiamenti, sa che non esiste alternativa politica. Mi spiego.
Il naturalismo biologico e sociale ( termine coniato da me stesso ora) fa sì che i ruoli sociali siano già prestabiliti, forti della già costruzione sociale medievale : sacerdoti, guerrieri, lavoratori, ma anche di un ordine prestabilito dalla natura: il più forte domina.
Questa è l'ideologia della destra e, come ben possiamo notare nella politica di oggi, a nessuno viene in mente di cambiare questo dogma. Il loro sogno dogmatico continua.
Un altro elemento importante è la riscoperta dell'individualismo da parte dei due schieramenti politici e forse da parte di tutte le forze politiche in campo.
A sinistra questa riscoperta ha portato a uno sbandamento totale delle politiche messe in atto, poche a dire il vero, rimanendo spiazzati in quanto il loro cavallo di battaglia era appunto la società vista nel suo insieme e una sorta di occhio di riguardo verso le classi più disagiate.
Questo senso politico è sparito. Il sindacalismo ha fatto la sua parte riscoprendo i sindacati di mestiere, deletereo per la sinistra, i partiti, con l'intento di guardare al centro per avere una manciata di voti, la stessa cosa, promulgando leggi ad hoc per singoli attori sociali ( banche, privatizzazioni, liberalizzazioni).
Una politica di destra insomma che ha scontentato tutti e che ha aperto la strada alla vera destra e, in particolare in Italia, al farabuttismo post prima repubblica.
La sinistra parlamentare ormai non osa più nemmeno alzare la voce, convinta di avere poco da dire, convinta di essere sempre nel giusto, per poi cambiare di colpo spiazzando tutti in nome di un cambiamento " omeopatico" della società.
La mia preoccupazione è che la sinistra penso non sia ipocrita, è proprio così che la pensano, questo è il vero guaio.
La sinistra extraparlamentare, forse troppo presa dai loro dogmi, non fa altro che urlare, non essendo capaci di partecipare alla festa scettica, non essendo ascoltati dalla parte a loro congeniale.
Parlare quindi di rivoluzione a questo punto sembra antistorico? Io dico di no.
Ci sono tanti tipi di rivoluzione, e non solo quelle che abbiamo imparato a scuola, finite sempre nel sangue. C'è stato un '68, e prima ancora una ribellione dei giovani agli inizi degli anni '60 e fine anni '50. Rivoluzioni di pensiero, di modo di essere e di intendere la società. La filosofia ha dato tanto in quegli anni.
Sostengo quindi che la rivoluzione, intesa come capovolgimento del modo di pensare, sia sempre eticamente valida e una aspirazione etica irrinunciabile per la crescita di una società.
Siamo in fase decadente oggi, disorientati e non ascoltati, l'unico modo di cambiare è capovolgere il punto di vista.
Una rivoluzione di questo tipo dovrà essere la più grande opera d'arte che le giovani generazioni abbiano mai dato:
Il dispiegamento delle forze dei singoli individui in una ottica di comuni doveri e diritti.




Lorenzo

sabato 7 agosto 2010

I miei complimenti Dottor Bossi





Desidero pubblicamente complimentarmi innanzitutto con l'università di Varese per la scelta della laurea Honoris Causa al futuro Dottor Bossi, poi con il ministro della pubblica istruzione per aver patrocinato la scelta.
Concordo infatti e faccio mia la causa in quanto il personaggio in questione ha cambiato in modo radicale il modo di comunicare dei politici.
Vediamone l'escursus nel tempo:
Ai tempi della Prima Repubblica i politici di tutti gli schieramenti usavano un linguaggio a dir poco " molto italian correct", cioè un Andreotti era capace di usare i congiuntivi e i condizionali in modo esatto anche in un intero discorso.
La gente che lo ascoltava in effetti non ci capiva moltissimo e immagino facce stupite che si guardavano a casa dicendo " ma non si dice che io potessi?, Quello lì ha detto che io possa".
Il crollo della prima Repubblica lo dobbiamo anche al pedante uso del vocabolario.
Poi arrivarono le camicie verdi; il loro linguaggio era più popolare, più immediato e rappresentativo di una intera parte del paese, anzi se vogliamo dirla tutta, rappresentava l'intero paese con le varie varianti dialettali.
Ed ecco il " cielodurismo", il " chi se ne frega", accompagnando slogan molto popolari come la mitica Roma ladrona.
Linguaggio ringiovanito o riscoperto a seconda delle fascie di età, un rapporto molto più immediato con il popolo, il quale era stufo di sentire troppa differenza di linguaggio; e poi l'italiano corretto non è mai piaciuto.
Ma quale è stato il salto di qualità che l'On. Dott. Bossi ha applicato al modo di comunicare dei politici? Ovviamente l'uso delle mani.
E' notizia recente la riscoperta del dito medio, il rispondere solo con il viso, ovviamente schifato, chissà quali studi ha dovuto affrontare il Dottore per arrivare a questo punto.
Una rivoluzione insomma.
A questo punto la laurea in scienza della comunicazione è più che meritata, la si da in genere a chi ha apportato importanti innovazioni della scianza, a chi ha contribuito al bene del paese, a chi ha portato onore nel mondo all'Italia.
Precedenti onoreficenze date a personaggi si scarsa cultura quali Dario Fo, Roberto Benigni, Michele Mirabella, hanno dato poco lustro a questa cerimonia.
Da qualche anno invece personaggi come Lando Buzzanca, Vasco Rossi e Valentino Rossi, ricevendo tale encomio in pompa Magna, hanno contribuito a questa inversione di tendenza, molto più di carattere culturale e filosofico.
Insomma il cammino è avviato, l'inversione di tendenza iniziata, questa ultima laurea rispecchia infatti la nuova cultura italiana, anzi, ne è l'espressione massima.
Complimenti alle facoltà universitarie, complimenti al Dott. Bossi.

Spero che qualcuno legghi questo post, se io sarei uno di voi mi piacerei impararlo a memoria in modo che un giorno avrò stato imparato a come si parla oggi.
A parte che io farei in modo che l'italiano diminuisse nelle scuole, la lingua la imparei per la strada, leggere i giornali, ascoltare la televisione....
Però se io sarei al potere......

Lorenzo


domenica 1 agosto 2010

L'immaginario scientifico




L'immaginario scientifico da qualche secolo è stato il motore anche per l'arte; pittura, letteratura, scultura, musica.
Parlo appositamente di immaginario scientifico e non di scienza in sè o. peggio ancora, di tecnologia.
La scienza in sè è una pratica prettamente umana basta sulla ragione e sul confronto, sulla scoperta e la relatica ricerca della prova empirica.
L'immaginario scientifico invece è ciò che la nostra mente elabora dopo la conoscenza, una operazione della fantasia e dell'intelligenza.
Le scoperte scientifiche del '600, la filosofia di Cartesio e Leibniz, le scoperte e la filosofia di Galileo hanno proiettato l'uomo in una dimensione molto più ampia di prima.
Una nuova regione Extensa tutta da esplorare, scientificamente e culturalmente.

Iniziano a formarsi così nella mente umana proiezioni e immagini di mondi oltreterreni che prenderanno il posto del mondo ultraterreno divino, dei paradisi e degli inferni, copie del nostro mondo voluto statico e immutabile dal potere.
L'uomo può ora signare, grazie alle scoperte scientifiche, ciò che non è più della Terra e aprirsi così la mente esplorando nuovi terreni incolti e molto fertili.
Componendo quindi l'iimagine di un universo planetario in continua evoluzione, dominato da nuovi pianeti quali Giove e Saturno a cui ruotano intorno altre lune, dimostrando che Copernico aveva ragione, l'uomo si confronta con la natura e non più con Dio, o almeno ne è tentato.
L'arte si ciba di questi scenari iniziando una rivoluzione a 360 gradi in tutti i campi. Nuove tecniche, nuovi scenari.
Adam Elsheimer raffigura il nuovo «cielo galileano» quando dipinge la Fuga in Egitto, l’opera cui tiene di più.
D’altra parte Galileo stesso diventa punto di riferimento di una folta schiera di poeti e, insieme al suo annuncio, entra da protagonista in una serie ancora più fitta di poesie come in quella di John Milton nel suo Paradise Lost.
Questa diffusione scientifica procurata dall'arte viene presa come esempio dai più svariati gruppi intellettuali nel seicento barocco. In questo modo la scienza risulta "visibile" a tutti, contribuendo rapidamente a costruire quell' immaginario scientifico di massa mentre essa stessa è ancora in formazione.
Inizia così quel processo culturale e filosofico che, partendo da Cartesio, Leibniz, Locke e Spinoza, porterà a quel periodo stupendo per l'uomo che si chiamerà Illuminismo.

L’importanza, per la scienza, di questo processo è ben presente allo stesso Galileo:
«Si concede anco al Poeta il seminare alcune scientifiche speculazioni».

Lorenzo

sabato 31 luglio 2010

Phon

giovedì 29 luglio 2010

Solo per essere riconosciuto



Mi è sempre piaciuta la fantascienza, non quella fatta di battaglie e scontri fra navi stellari, ma quella dove è possibile divertirsi riflettendo.
Molti autori sono di grande livello in questa branchia della letteratura, uno fra tutti Isaac Asimov.
Ed è proprio da un racconto di questo scrittore-scienziato che è tratto questo film " L'uomo bicentenario".
Commovente la scena finale, che ho posto come video.
La riflessione è basata sull'essere riconosciuto in quanto essere esistente e vivente.
Forse era più umano questo Robot che non tutti gli altri umani esistenti sulla terra. Ma la mia riflessione porta ancora più lontano.
Ci sono gesti, apparentemente superficiali, che possono avere invece un valore molto forte. Molti di questi gesti chiedono proprio questo: l'essere riconosciuto in quanto tale, il bisogno di esistere per se e per gli altri.
Aggiungo un gesto abbastanza esplicativo, credo:
Due omosessuali che si baciano in pubblico, vengono ripresi perchè indecente per la morale pubblica.
In cosa ci fa riflettere questo?
Io dico che viene loro riconosciuto, in modo implicito, la libertà di amarsi fra omosessuali, mentre viene loro " contestato" una violazione morale che una società può darsi, sbagliata, ma regola è.
Viene fatto salvo in questo modo il principio universale del riconoscimento in quanto essere e libero di essere.

Una riflessione molto interessante che può toccare le più svariate situazioni della vita: la scuola, la famiglia, gli amici, il lavoro........l'amore.
Dopo la pausa estiva posterò su questo argomento.

" Perchè lo vuole? "
" Per essere riconosciuto, per chi sono e per ciò che sono. Niente di più, niente di meno". ( Andrew)


Buone vacanze a tutti

Lorenzo



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