
Siamo ancora in grado di trattenerci dal gesto?
Questa domanda l'ho in mente da un pò di tempo.
Assistiamo tutti i giorni a gesti che per molti sono inconsueti, inconcepibili o addirittura criminali. Ma la coscienza collettiva cosa ne pensa?
Leggiamo sui giornali, vediamo in Tv o ascoltiamo per radio ( ormai in pochi) pareri e opinioni personali, spesso giusti, altre volte di meno, ma sempre pensieri personali sono.
Nessuno è più in grado di interpretare il sentire comune.
I politici ci dicono che lo fanno, a me sembra che veramente ce lo impongano o ci fanno credere che sia il pensiero collettivo, ma di collettivo ben poco ha.
Nessuno si chiede perchè certi gesti vengono compiuti e, soprattutto, nessuno dà un parere intellettualmente valido sul perchè il gesto non andrebbe fatto.
Disponiamo ancora di una psiche in grado di trattenerci dal gesto?
I gesti a cui mi riferisco sono quelli dei ragazzi del cavalcavia, alle minorenni di buona famiglia che uccisero una suora per noia, a Erika e Omar la cui vita è segnata da quel tragico e macabro gesto, una madre che uccide il proprio figlio.
Queste tragedie non possono essere semplicemente liquidate in una trasmissione tipo Porta a Porta come un fatto di cronaca o un caso psichiatrico.
Io penso che ognuno di noi, con la nostra cultura, sia in grado di mettere in contatto e quindi di conoscere i nostri sentimenti e le nostre pulsioni, la qualità della nostra sessualità e ciò che muove la nostra aggressività.
Una madre che uccide il proprio figlio, qualsiasi sia la causa scatenante, è solo un caso psichiatrico? Oppure c'è qualcos'altro, qualcosa che è nell'aria in questa società multi-tutto, dove tutto è molteplice, riprodotto e riproposto, anche la coscienza colletiva.
Non è che per caso il mondo emotivo vive dentro di noi a nostra insaputa perchè non siamo più in grado di guardare dentro la nostra anima, come un ospite sconosciuto a cui non sappiamo nemmeno dare un nome?
Se così fosse di fatti simili aspettiamocene molti.
Io credo che non si tratti di valori, come molti dicono, come molti blaterano senza sapere cosa stanno dicendo.
Io voglio fare riferimento a quella cura della psiche che prende avvio dal primo giorno della nascita, quando il neonato si attacca al seno materno e , insieme al latte,
assapora l'accoglienza.Poi si cresce e spesso vedo padri e madri che promuovono l'educazione fisica, l'educazione intellettuale ma non quella psicologica che non è altro EDUCAZIONE DEI SENTIMENTI, delle emozioni, degli entusiasmi e delle paure. Perchè entusiasmarci, impaurirsi e vergognarsi è normale e fa parte di quel percorso psico-educativo di ognuno di noi.
Ma in questa società non è permesso imparare queste cose vivendole, allora il bambino se le organizza da sè,
con strumenti che non ha!Tra una palestra e un corso di nuoto o di danza, perchè bisogna oggi crescere con un bel corpo, quanto tempo diamo ai nostri figli per la cura dell'anima? Dove per anima intendo il loro essere nel mondo, con le loro paure, e dopo, le loro nausee.
Quindi ragazzi e ragazze che non sanno più sillabare l'alfabeto emotivo, altri che hanno lasciato disseccare le radici del cuore e quindi si muovono pervasi da un timore inaffidabile e quindi con una forte
vigilanza aggressiva.Vigilanza aggressiva............ecco cosa il comune sentire non riesce più a criticare, a isolare per capire. Non lo può fare perchè ormai è proprio il comune sentire che è in una posizione di
vigilanza aggressiva. Il senso comune giudica e condanna ma lasciando al singolo l'esposizione della sentenza.
Ed ecco che il gesto non è più trattenibile, quando la paura ci invade scatta la vigilanza aggressiva e il primo gesto che compiamo è l'eliminazione di quella che vediamo come causa principale.
Questo gesto intrattenibile è spesso l'uccisione di creature innocenti.
Non è follia tutto questo......è metamorfosi.Lorenzo