Venuta meno la promessa di un futuro, genitori e insegnanti non sono più in grado di indicare la strada. La perdita di autorità, il rapporto paritario (quello sbagliato,perchè c'è un modo giusto di essere paritari ma non è questo), hanno lasciato i giovani soli di fronte alle loro pulsioni e alle loro ansie. La famiglia e la scuola non li aiutano più a costruirsi una identità. Gli insegnanti istruiscono, non educano, non rafforzano con riconoscimenti, deprimono piuttosto con critiche e derisioni. quel potente motore di formazione culturale che è l'autostima. L'identità, un bisogno assoluto per ciascuno di noi, si costruisce attraverso il riconoscimento dell'altro. Se questo manca, se famiglia e scuola sono assenti, resta la strada con le sue lusinghe. Non una strada alla Kerouac,piena di esperienze,anche negative, ma con una visione del futuro(L'avventura cosa è se non futuro?),mauna strada con le sue lusinghe di sesso, alcool, droga, nel parossismo di una musica sparata e di una velocità elettrizzante......nichilista. Le conseguenze sono la rimozione del reale per l'incapacità di affrontarla o la frustrazione che spinge verso il divertimento. Il rifugio nel sesso e nella droga è il rimedio per chi non è stato accettato nella realtà a causa dei mancati riconoscimenti. Galimberti dice: “I giovani cercano i divertimenti perché non sanno gioire" Ma la gioia è soprattutto gioia di sé, quindi identità riconosciuta, realtà accettata, frustrazione superata, rimozione ridotta al minimo”. La scuola non fa nulla di tutto questo, svolge i programmi ministeriali, ritiene che il suo compito è istruire, non educare. Così i nostri ragazzi trascorrono l'adolescenza e la prima giovinezza parcheggiati nella terra di nessuno dove famiglia e scuola brillano per assenza, il tempo è vuoto, l'identità non ha riscontri, l'autostima deperisce. Un modo per uscirne è quello di “risvegliare e consentire a giovani di dischiudere il loro segreto, spesso a loro stessi ignoto”. Nel segreto della giovinezza troviamo come prima figura l'espansività, che vuol dire pienezza, la potenza che esprime lo spirito di sfida del giovane contro gli elementi, l'accelerazione della vita, la coralità giovanile,(noi in coro urlavano no alla guerra in Vietnam!) cioè la sensazione di appartenere ad una comunità nascente, di essere tra giovani prima ancora che nel mondo, lo stupore incantato del riconoscimento da cui nasce la propria identità “attraverso quel palpito che muove migliaia di cuori che fanno un unico cuore” (Aleixandre) per intonare “il canto di tutto l'amore del mondo” (Apollinaire); e pure l'adesione alla pienezza della vita, la passione, l'utopia giovanile che non è necessariamente una fuga nel sogno, ma un pensare con il cuore che immette nel pensiero una corrente di calore. Altre figure sono il viaggio per assorbire visi, parole, moltitudini, per non morire di noia, la sfida per mettersi alla prova, la trasformazione come missione creativa del cambiamento, la riappropriazione di quanto di energia si è depositato “nel sottosuolo dell'anima”. Galimberti avverte che il rimedio proposto non è di facile e immediata attuazione. Esso si trova nel riconoscimento di quello che ciascuno di noi propriamente è, quindi della propria capacità. L'esistenza è giustificata non dalla ricerca di un senso, ma dall'arte del vivere che consiste nel riconoscere le proprie doti e nel saperle mettere a frutto approdando così a “quell'espansione della vita a cui per natura tende la giovinezza e la sua potenza creativa.
Riprendetevi la strada e vivetela...........on the road
Lorenzo,49 anni............ho urlato tutto l'amore del mondo da ragazzo......e non ho ancora smesso.
Nessun commento:
Posta un commento