martedì 2 dicembre 2008
Sulla conoscenza al giorno d'oggi
Negli ultimi trent'anni siamo stati traghettati in una fase dove le cose che sappiamo ,dalle più elementari alle più complesse,non le dobbiamo necessariamente averle lette,ma semplicemente averle viste in televisione, oppure "sentite da qualcuno".
A questo punto è giusto chiedersi, come la tecnologia ha cambiato il nostro modo di attingere alle informazioni, agli oggetti,ai fenomeni. Tutto ciò ha cambiato il nostro modo di pensare?
L'intelligenza simultanea è caratterizzata dalla capacità di trattare più informazioni contemporaneamente,senza però stabilire una successione,quindi una gerarchia.
Esempio vediamo in tv oggi un programma sulla fame del mondo e poi ,appena dopo, l'isola dei famosi, il nostro cervello non dà una priorità, sono informazioni eguali; oppure quando guardiamo un quadro è impossibile sapere cosa guardare prima.
L'intelligenza sequenziale, invece, che usiamo per leggere, necessita di una successione rigorosa e rigida che articola e analizza i codici grafici disposti in linea(in sequenza). Sull'intelligenza sequenziale poggia tutto il patrimonio culturale dell'occidente.
Quest'ultima,al giorno d'oggi è entrata in crisi.
E' entrata in crisi per opera di un ritorno all'intelligenza simultanea,più consona all'immagine che all'alfabeto.La religione, dai suoi albori, ha tramandato il suo "sapere" al popolo tramite le icone, non con la scrittura,cosa che invece è stata usata per tramandare il sapere fra dotti.
Radio, televisione,telefono hanno riportato al primato dell'udito e della vista come scambio di informazioni tramite suoni e percezione di immagini.La conseguenza è una modifica dell'intelligenza,la quale, da una forma evoluta(scrittura e lettura) regredisce ad una forma più elementare.
Guardare è più facile che leggere,quindi,noi lettori di libri saremmo sempre di più rari e a volte strani!
L'homo sapiens è sempre di più homo videns,che non è portatore di pensiero, ma fruitore di immagini, con conseguente impoverimento del capire e della capacità di critica.
Una moltitudine che non capisce e non critica è il bene più prezioso per chi ha interesse a manipolare le folle.
Lorenzo
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