domenica 27 giugno 2010
Riflessione filosofica di Lorenzo fra un padellino di sugo che cuoce e l'acqua per la pasta che bolle.
Quello che scriviamo qui, mi riferisco ad ogni blog, è parte della nostra storia personale e collettiva.
Chiunque scriva un verso, un racconto o espliciti con parole immagini che colpiscono, non fa altro che parlare di se stesso e di quel sè nel mondo.
Ogni parola ha dietro una storia da raccontare, non ci sarà mai un momento in cui le parole smetteranno di avere la funzione propria che gli spetta, parlare della propria mente.
Cosa differente è il linguaggio.
Esso è la costruzione grammaticale o la ricerca di parole nuove per esprimere stati d'animo nuovi, oppure è la forza dei propri pensieri. Linguaggio e parola sono cose differenti, il linguaggio cambia con il tempo, la parola no.
Fra parole e pensieri esiste un legame indissolubile, invece fra linguaggio e pensiero spesso si dimostra l'inadeguatezza di questo legame.
Quante volte diciamo, non mi sono spiegato bene?
Spesso è un difetto del linguaggio non nostro. Esso è un prodotto della società, quello che regola ciò che si può o non si può dire. Regole logiche, grammaticali e culturali ingabbiano le parole dandole dei sensi prestabiliti.
Come sprimere allora le nostre sensazioni nel pieno del significato della parola, nel pieno " lasciarsi andare" della nostra mente?
Cambiando linguaggio, cambiando le regole di aggettivi e sostantivi. Le regole non i significati, essi al massimo si ampliano non si stravolgono.
Ed ecco che in questa cornice che ho ora su esposto ci possiamo vedere tutta la libertà di espressione, l'andare alla ricerca di nuove forme affinche la parola ( in greco LOGOS) assuma tutta quella potenza espressiva che la nostra mente vuole darle.
Con questo ho cercato di descrivere e schiarire quel labirinto che offre solo una via d'uscita : comprensione-traduzione-esperimento, ricerca, osare, comprendere e comunicare.
Vista l'esperienza della comunicazione di questi ultimi anni, dove invece le regole si sono fatte più ferree e la censura è la nuova regola del linguaggio, io ho poche speranze che questo processo invece vada avanti. E' troppo difficile scoprire quale debba essere la natura della parola, o quale funzione dobbiamo dare ad essa.
Forse l'espressione più libera e intellettualmente stimolante la vediamo proprio nei blog, ovvero negli scritti di persone che nella società tutto fanno tranne che essere scrittori di professione o intellettuali:
Ferrovieri, insegnati, operai, impiegati, liberi professionisti, commercianti, disoccupati, annoiati, incazzati, sottomessi, virtuosi, avventurieri, baritoni, biatleti, biochimici, briganti, cartografi, circensi e cistercensi, contralti, controtenori, corsari, cuochi, danzatori, drammaturghi, economisti, egittologi, enigmisti, enologi, etologi, farmacisti, filologi, filosofi, fisiologi, fumettisti, genetisti, ginnasti, giuristi, grecisti, illustratori, illusori, incisori, inventori, micologi, microbiologi, modelli, montatori, motociclisti, paleontologi, pallamanisti, pallavolisti, pentatleti, pirati, presbiteri, rabbini, rapper, skaboarder, skeletonisti, slamballers, snowboarders, studenti, tennisti, zanzarai, zoccolai.
Facciamo tutti parte del mondo espressivo libero in sè.
Forse è sempre stato così, anche nella storia. Le regole del linguaggio sono sempre venute dal basso mai dall'alto. Semmai i soloni hanno cercato di confonderne le idee o di limitarne le libertà espressive.
Il mondo dei blog è si caratterizzato da individualità espressive ma c'è un'essenza, una Ousia, che ci caratterizza: è il far parte di un mondo di pura epressione, di pura rivalutazione del Logos, indipendentemente dai linguaggi usati, che sono infiniti.
Socrate si spiega: in uno sciame, ci sono molti esemplari di api, ciascuno differente dall'altro per grandezza, bellezza e così via. Ma quello che fa essere tutte le api una uguale all'altra è quel carattere che, se sono api, hanno necessariamente in comune: l'ousia dell'ape. Se si vuole spiegare che cosa è un'ape, non si devono esporre le differenze fra un'ape e l'altra, ma si deve indicare quel carattere comune il quale permette di dire, di vari esemplari di insetti, che sono tutte api. Lo stesso discorso si deve fare per le virtù: per dire che esempi diversi di virtù sono, appunto, virtù, si deve indicare un solo eidos (forma, modello) comune a tutti, in virtù del quale una collezione di casi può essere ricondotta sotto un solo termine.
Questo Eidos per noi blogger è uno solo: libertà.
Lorenzo
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12 commenti:
Bellisimo post, ceritto con semplicità di una folosofia non spesso comprensibile. bellissima frase conclusiva al tema, dopo l'esaustiva spiegazione. Complimenti Prof.
TVB
P.S.: Lo avevo detto io quella volta ke LucyFel a fatto la mostra di Jan Vermeer che tu ti eri intrufolato in quei quadri. Questa ne è la conferma! Ma....la pasta è cotta?
E' un post bellissimo e ti ringrazio per averlo scritto. Hai saputo coinvolgerci tutti in queste avventure dando al tutto una interpretazione filosofica di alto livello. Sei davvero bravo.
Ti dico pure che d'ora in poi mi sento di far parte di questo pensiero, di questa ricerca continua della verità partendo da noi stessi e dalla società.
Dovremmo eleggere questo post a manifesto dei blogger, dico sul serio.
Un abbraccio e buona Domenica
Doriana
Bellissimo uso della forza dell'elenco, di aristoteliana memoria. L'elenco può essere infinito ma mai descrivere la cosa in sè. Bravo davvero, mi piace un casino sto post ( espressione poco filosofica ma molto sentita:DDd )
Giustissimo pensiero folosoficoblogghesco inzuppato nel moscato e incorniciato dagli amaretti in piena libertà miaooooooo !
ops
Fel 2 il ritorno della gatta matta
Bella l'immagine dei Veermer accorpati wow
E si EliJoe come s'intrtrufolano i filosofi nessuno ..... stramiaaoooooùùùùùùùù
Grazie Doriana, davvero carina in questo commento.
Sono cntento che vi sia piaciuto perchè, al contrario di certe altre volte, anche a me è piaciuto questo scritto.
Beh, dai, ogni tanto bisogna anche piacersi:)))
Un bacione
Lorenzo
Hehehhehe Fel, io sono come i gatti, te li trovi dove meno te l'aspetti.
Graze dei complimenti, sono contento che ti sia piaciuto.
Io inzupperei tutto nel vino da buon piemontese.
I dolci nel moscato ma anche gli agnolotti al vino....wowww
Oh, perbacco. Allora sono diventata parente di un bollito filosofico misto!!!!!!!
EVVIVA!
VI AMO ANK'IO!
I piedi?
Ke bellissime dichiarazioni. Sto rubando il vostro paradiso, per un attimo.
Ma quanto mi piace l'amore a me!
Concordo e sottoscrivo.. naturalmente finisce fra le mie perle.. non si accettano obiezioni :))
Auguri d cuore a Te e a Marilena, in gamba ragazzi :))
Frazie Francy :)))))))))))))))))))))))))))
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