venerdì 17 settembre 2010

La libera repubblica dei Writers



L'arte di strada, come viene anche chiamata quella dei graffiti o writers, è una delle espressioni più popolari di questi ultimi decenni, inteso anche come fenomeno di massa.
Il desiderio di comunicare, di fare arte, di inventarsi un mondo colorato e di urlare il proprio disagio fa di questi modern artists il popolo più all'avanguardia nel campo della pittura murale.
Quando nel 1983 il diciasettenne greco Demetrius, noto come Taki, decorò i muri di New York col proprio nome scritto con una bomboletta spray, nessuno immaginò quanto quelle parole avrebbero significato di li a poco.
Era nato il writing, quella ormai popolare forma di espressione artistica che fa vive per le strade delle nostre città, che graffiano i muri e colorano i treni delle metropolitane.

Le immagini qui sotto propongono alcuni esempi significativi della " Aerosol Art" chiave d'accesso all'affascinate mondo dei Writers:
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Un'arte discussa, spesso ingombrante, tollerata solo da alcuni amminostratori locali, perseguita come illegali e irrispettose da altri.
Eppure arte straordinaria che ha aperto la strada alla grande stagione del "graffitismo" di Keith Haring:
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e dei graffiti dissacranti di Jean-Michel Basquiat, per citare solo due artisti provenienti dalla strada:

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Ma perchè si graffittano muri:
Secondo me dietro il movimento dei writers c'è tutto il disagio metropolitano e la voglia di provare a reagire in modo positivo.
i ragazzi che vivono le grandi aree metropolitane periferiche spesso di devono confrontare con un paesaggio urbano incolore e inospitale.
La voglia di colore nasce spontanea, ed ecco allora le prime scritte sui muri come frasi semplici, la propria firma, un semplice disegno che rappresenti la propria vita.
Parole libere che , nel loro semplice esistere sui muri, acquistano una eccezionale forza espressiva.
Insomma, in questo modo si sono conquistati il loro diritto di parola, un po' come noi blogger su questi muri virtuali.

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Lorenzo

9 commenti:

Joe Black ha detto...

I temi ke poni non sono mai banali o scontati, Lori. I "murales" fatto di giochi di colori su facciate mute, senza finestre, danno voce alla città ed al palazzo stesso ma, le scritte sui muri, quelle, proprio non le sopporto. Sarà la mia pignoleria, ma i muri imbrattati di scritte su scritte, spesso anke offensive o ke apprtengono all'estrimismo, a me danno un senso di sporco. LE DETESTO.
Nel mio album ho delle foto spettacolari di murales ke adoro, appeno ho tempo te la mando.....
Un bacino accompagnato da una piccolissima scritta sul tuo blog:TVB!

Doriana ha detto...

Concordo con Elisena, metti post mai banali tenendo conto che parli sempre di argomenti attuali o di filosofia. Il tuo è molto particolare e ti rappresenta davvero.
Sull'argomento dei writer concordo con la tua analisi; è la voglia di creare e di farsi sentire che muove questo mondo da "blade runner", molto urbano e moderno.
Bellissimi i disegni Lor.
Doriana

Anonymous ha detto...

Innanzitutto complimenti per il titolo, davvero azzeccato.
Un post che permette a tutti noi di apprezzare l'arte di strada. Quei ragazzi che davvero hanno voglia di " dire qualcosa" e lo fanno con quello che gli è più congeniale, il disegno e i colori.
Anche io tengo fuori che li scimmiotta, cioè queli che si limitano a imbrattare i muri con scritte oscene o insignificanti.
E' l'arte urbana, quella del fai da te, quella che esce dal cuore e dalla mente, che parla alle persone o che spesso le vuole distogliere dall'idifferenza e dal grigiore.
Quello che voglio aggiungere è che forse è proprio il farlo contro la legge che rende creativi questi ragazzi.
L'arte del resto è sempre stata un mento di rottura con i luoghi comuni.
Complimenti Lorenzo per l'argomento scelto e le immagini bellissime.
Francesca

Felinità ha detto...

Specificato il distinguo tra imbrattatori e arte murales, un post originale che evidenza un arte e un bisogno espressivo insito nel genere umano, dall'uomo delle caverne a alla rivoluzione messicana, e ora come espressione colorata nell'assettici spazi di cemento cittadino. Sempre interessante passare da te Lorenzo , Miaaoooùùùùùù

logos nella nebbia ha detto...

Doveroso distinguo Fel, i muri sono pieni di scarabocchi sciocchi:)
L'uomo in effetti fin dal paleolitico ha sempre sentito di esprimere tramite graffiti uno stato d'animo o scene della sua vita.
Ma secondo te i blog non sono forse gli stessi muri in cui noi coloriamo questo mondo asettico?
Lorenzo

Amaranta ha detto...

Tu chiedi, Lò, perchè si graffitano i muri, citando come causa il disagio metropolitano ed anche i paesaggi incolori delle città, io penso, invece, che ci sia, in primo luogo, un forte impulso di dissacrazione e di affermazione.
QUI SONO PASSATO IO. QUESTA E' LA MIA IMPRONTA.
IO SONO. IO ESISTO NEL MIO NOME, CHE SI RIPETE SU ALTRI MURI, E NELLE TRACCE DI TUTTE LE ALTRE FIRME DI QUELLI SIMILI A ME.
Poi,ome per tutte le forme di ribellioni, il sistema se ne è appropriato penetrandoci dentro fino a svuotarlo del suo significato più forte per renderlo qualcosa di diverso dalla sua origine.
Una sorta di mistificazione, col risultato di rendere spazzatura pubblicitaria ciò che era un organo vivo.
Lo stesso metodo di attacco adottato verso tutti i movimenti controcorrente e le avanguardie verso coloro cioè che sperimentano una affermazione fuori dai circuiti classici, quelli già masticati dal sistema (soprattutto nel settore artistico).
Identitàè anarchiche, rappresentative solo di se stesse e senza messun messaggio comune (e questo è meraviglioso, genuino pluralismo).
Il sistema ha filtrato, etichettato, omologato, equiparato, inquinato, riducendo il tutto a fenomeno di costume, sbrigativamente esasperandolo nella sua accezione negativa come vandalismo urbano ad opera dei soliti teppisti, e, in quella buonista, nella solita nenia del disagio giovanilista (sic).
Entrambe le tesi non prendono nemmeno in considerazione che quello che forse spinge a graffitare i muri è solo un sanissimo desiderio di emergere, un tentativo di affermarsi al di fuori di ogni compromesso
Post bellissimo......avrei continuato a scrivere ancora, ancora, ancora
Un bacio
Marilena

Felinità ha detto...

Si Lorenzo sono convinta che anche i nostri sono graffiti nelle'etere, un passaggio del nostro comunicare al mondo che ci siamo , e che abbiamo qualcosa da dire e da condividere. Miao

logos nella nebbia ha detto...

Infatti Fel. Io penso che sia noi che i writers davanti a un muro bianco o al bianco del " nuovo post" :) abbiamo la stessa sensazione, riempire quel bianco con noi stessi.
Grazie Fel della risposta
Lorenzo

logos nella nebbia ha detto...

Giusto Francy, non è un fenomeno moderno, ma molto antico, un atavico desiderio dell'uomo di raccontare, di lasciare dei segni del suo passaggio. Noi non viviamo di solo istinto, ma di memoria del passato e quella memoria è impressa anche nelle opere d'arte; vedi disegni sulle case in Sardegna, in Piemonte o in Alsazia.
Le raffigurazioni cambiano, seguono il tempo, a volte lo anticipano, la tecnologia differisce ma il modo di comunicare no, siamo sempre uguali agli stessi poeti maledetti, ai Dante e aigli Ariosto come ai Michelangelo. Comunicare, stupire, essere diversi, raccontare.
Come noi bloggers.
Ti sei dilungata magnificamente, è sempre un piacere leggerti
Lorenzo

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