Essere un uomo del nostro tempo, un contemporaneo. Penso non vi sia appellativo migliore.
Mi piace vivere in questa epoca di passaggio, di sconfitte e di vittorie, alla continua ricerca di una verità, spesso parziale, ma in quel momento valida.
Gli ideali sono sempre una guida per me, un punto di riferimento, ma non una verità assoluta.
Come svelare la verità? Portarla alla luce?
Mi sento a volte sia specchio che figura di questo uomo contemporaneo.
Inseguo ostinatamente una parvenza di ordine, giungendo spesso a " dipananare" la bella e intricata matassa, ma con grande sconcerto ogni tanto " seguendo una ragione sbagliata".
Non mi rimane , quindi, che confessare che forse " il compito di chi ama gli uomini è di far ridere della verità", fare ridere la verità, perchè bisogna imparare a liberarci della passione insana di cercarla ad ogni costo.
Non vi può essere un ordine precostituito, una verità assoluta in questo labirintico universo che è la nostra epoca.
Epoca di profonda crisi e di contrasti ideali e politici.
Per orientarsi in questo mondo rimangono i segni.
Segni del passaggio dei nostri avi.
Hanno lasciato a noi segni così visibili che a volte li diamo per scontati, non prendendoli quindi più in considerazione.
E' la storia uno di questi segni.
Storia su cui poggia il nostro presente e il nostro futuro.
L'unica cosa che l'uomo dispone per orientarsi nel mondo.
Magari ogni tanto mettendo qualche dubbio..giusto per far sorridere la verità.
Lorenzo
4 commenti:
Un pensiero di alta filosofia il Tuo, come a dire che viviamo un tempo in cui gli stimoli per riattivare la Nostra capacità di pensare non mancano.Si, avevamo dato per scontato ciò che i Nostri avi ci avevano lasciato, e forse questo ha fatto sopire stimoli che se in molti sono morti, in tanti altri si sono risvegliati.Per le coscienze cullate dal sopore, che hanno comunque conservato degli ideali, è questo il tempo di chiedersi..."dov'eravamo rimasti"? Far ridere la verità ponendo dubbi,bellissimo concetto.Anch'io amo vivere quest'epoca ingarbugliata senza piatte certezze,che mi induce al dubbio senza farmi mai addormentare.Concordo, è l'impulso migliore per sentire dentro la vita.
Spero d'aver interpretato bene il Tuo pensiero, in caso contrario ...delucidami,mi farà piacere.
Wow Francesca questi sono complimenti che non mi merito!! Alta filosofia è ben altro. Sia tu che Luigi avete completato e interpretato perfettamente ciò che penso. Come si impara dalla storia, per non commettere più certi errori, anche dal'evoluzione del pensiero bisogna tenerne conto.I nostri avi, fino alla generazione precedente, hanno lasciato dei segni, delle idee. Farne tesoro, ampliarle è nostro dovere.
I dubbi servono per proseguire il cammino intrapreso da loro. Sorridere alla verità, infatti, non significa prenderla in giro, rigettarla completamente, ma adattarla ai tempi, alle speranze, alle esigenze delle persone. Il concetto di libertà si è modificato negli anni, proprio dai dubbi di filosofi come Voltaire, Rousseau e Kant fino ad oggi con Deleuze per esempio.
Mi piace l'interpretazione che hai dato completando la mia frase, suona ora così:
"Sorridere della verità, impulso migliore per sentire la vita"
Lorenzo
La frase così composta mi piace molto, farà parte di quei pensieri che sento miei.
Si, del resto l'ironia nasce anche da questo modo di intendere la vita
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