giovedì 16 aprile 2009

Il mondo a domicilio


Se mi porto il mondo a domicilio come faccio a fare esperienza come " essere nel mondo"?
Questa domanda me la pongo dal momento che, tramite l'uso di internet, io posso vivere dappertutto tramite il computer.
Posso intrattenere relazioni, partecipare a discussioni, farmi coinvolgere sotto qualsiasi aspetto....stando seduto qui.
Ma è una vera esperienza??
La maggioranza pensa che questo " mondo" aumenti le interconnessioni tra individui, che molti valori tradizionali lasceranno il posto a dei nuovi, di matrice comunitaria ed elettronica.
Non ho nulla contro internet, come ho già detto in passato, questa è un'era che mi piace e mi sento a mio agio, mi muovo con disinvoltura.
Ma ci sono domande nuove da porsi, domande che fino a qualche anno fa erano inimmaginabili.
Qui infatti non si tratta di enfatizzare o demonizzare le enormi potenzialita' future dei mezzi di comunicazione, ma di capire come l'uomo profondamente si trasforma per effetto di questo potenziamento.
L'uomo puo' usare la tecnica come qualcosa di neutrale rispetto alla sua natura, senza neppure il sospetto che la natura si modifica in base alle modalita' con cui si declina tecnicamente.
L'uomo infatti non e' qualcosa che prescinde dal modo in cui manipola il mondo, e trascurare questa relazione significa non rendersi conto che a trasformarsi non saranno solo i mezzi di comunicazione, ma l'uomo stesso.
E cosi' sotto la falsa rappresentazione di un computer personale (personal computer), cio' che si produce e' sempre di piu' l'uomo massa per generare il quale non occorrono maree oceaniche, ma oceaniche solitudini che, sotto l'apparente difesa del diritto all'individualita', producono come lavoratori a domicilio beni di massa e consumano come fruitori a domicilio gli stessi beni di massa che altre solitudini hanno prodotto.
Cio' comporta un capovolgimento tra interiorita' ed esteriorita', e piu' in generale tra interno ed esterno.
Se un tempo la famiglia era l'"interno" in cui si scambiavano quei tratti affettivi d'ira e d'amore e piu' in generale quella liberta' espressiva che occorreva contenere fuori all'"esterno", oggi, grazie alla diffusione della tv sempre accesa, la famiglia e' il luogo in cui e' di casa il mondo esterno, reale o fittizio che sia.
La casa reale, con le sue quattro mura e i suoi quattro mobili, e' ridotta a un container per la ricezione del mondo esterno via cavo, via telefono, via etere, e quanto piu' il lontano si avvicina, tanto piu' il vicino, la realta' di casa, quella familiare, si allontana e impallidisce.
Questi sono nuovi interrogativi a cui dobbiamo dare delle risposte.

1 commento:

giardigno65 ha detto...

Forse sì può, ma non si vive di sola fantasia, ci vuole anche pane e burro.

Posta un commento