lunedì 3 agosto 2009

Gente di collina




Da bambino andavo almeno un mese dai miei nonni materni a Castelnuovo Belbo, provincia di Asti.
Un paese arrampicato per metà su una delle morbide colline del Monferrato astigiano, nel mezzo del Piemonte.
proprio in cima alla collina c'era la casa dei miei nonni. Una casetta nel verde, con il pozzo in cortile, una piccola stalla dove fino a qualche anno prima c'era il bue, unico mezzo di locomozione per lavorare la terra, un orto con tantissime verdure, frutta e un " casotto" con conigli e galline.
I miei mi mandavano lì per " cambiare aria", visto che io abitavo in quell città di pianura afosa che si chiama Alessandria.
Cambiavo totalmente ritmo di vita, alimentazione, amici, giochi, modo di relazionarmi. Mi adattavo subito, forse ho sempre ammirato la gente di collina, abituata a camminare per quelle salite lunghissime, non ripide ma con una pendenza costante, quasi a simboleggiare la durezza della vita di campagna.
Mia nonna, cuoca eccezionale e con prodotti la maggior parte coltivati nell'orto, mi preparava prelibatezze d'altri tempi. Torta con i mirtilli e fragole di bosco, minestroni con la pasta fatta in casa, il coniglio in umido e la sua famosa purea di patate e carote, agnolotti fatti in casa, gnocchi di patate.
Mio nonno, uomo di campagna ma arguto e con quella intelligenza pratica che solo i contadini hanno, mi portava sempre con lui nella vigna, spettacolo ed esempio di ordine e lavori da manuale, la quale ricambiava quella dedizione alla terra a fine Settembre con una ottima uva barbera.
Ho scoperto sapori per poi perderli nuovamente dopo pochi anni, quando, ormai ragazzo, ho preso la mia strada per altre lande da esplorare, con gli amici.
La colazione la preparava mio nonno, per me burro e marmellata, per lei la scodella di latte con il pane del giorno prima, per lui un pezzo di gorgonzola, mezzo peperone e, se c'era. magari una acciuga sott'olio con il famoso "bagnet". Mi sono sempre chiesto il perchè, anche negli anni a seguire. Ho sempre pensato che mia nonna fosse femminista costringendo il nonno a fare anche lui le faccende di casa.
Ricordo, una decina di anni dopo, conversando con loro ormai molto vecchi, chiesi il perchè di questo. Nel sentire parlare di femminismo mia nonna guardò il marito con aria interrogativa, quasi come dire, è cresciuto in città, el capisc pà ( con un bellissimo e dolce accento di Canelli).
Mio nonno disse: " Gianlorenzo, ma perchè questa domanda? Guarda che è normale, se uno non ha tempo per una cosa lo fà l'altro".
Questa è stata la semplice risposta.
Notai poi a pranzo, prima no, non lo avevo mai fatto, che la disposizione dei cibi era sempre messa in mezzo a loro, si dividevano tutto in tavola e spesso mettendo porzioni uno nel piatto dell'altro.
Io, che teorizzavo teorie comuniste o chissà cosa, la risposta era invece semplice, "se uno non ha tempo lo fa l'altro".
Forma mentis della gente di campagna, di Castelnuovo Belbo, di collina, del Monferrato, del Piemonte, di tutte le regioni del nord del centro e del sud, di tutta l'Italia..... non della Padania.

Lorenzo

Nessun commento:

Posta un commento