Siamo al parossismo dell'antilogica, al capovolgimento del significato delle parole e dell'etica, della politica, del rispetto.
Il giornale La Repubblica, forse l'unico rimasto a non chinare la testa ai potenti, aveva posto le famose 10 domande al nostro SB, riprese poi dalla libera stampa estera (che poi anche quella sia una casta è un altro discorso).
Bene, notizia di oggi, SB denuncia il giornale per aver pubblicato quelle domande.
Secondo il modo di vedere fascista di SB é normale denunciare una persona che ti pone domande.
Ma il dubbio che mi prende non è tanto l'ennesima illogica azione del tipo in questione e del suo apensante seguito, ma la domanda spontanea è questa: perchè l'illogicità passa così inosservata ai più?
Qui bisogna fare una riflessione su come è cambiata la comunicazione, sui ruoli del comunicante del comunicato e del usufruitore.
La comunicazione è sempre stato un " passaggio di informazioni", con un contenuto che poteva corrispondere a verità o meno.
Ora, in questi ultimi anni, il contenuto dell'informazione è il comunicante stesso, una sorta di duplicazione della persona a seconda del destinatario.
In pratica la domanda è questa : quanti SB conosciamo? La risposta è : innumerevoli.
Tanti duplicati, virtuali o meno, del nostro capo del governo, ognuno dice tutto e il contrario di tutto.
La tecnica e l'uso sconsiderato di essa, oggi, permette questo.
Ad arrivare nelle case non è l'informazione sui fatti ma arriva direttamente lui, la sua immagine o una delle tante, senza un contenuto, un vaso vuoto, e questo basta, per i più, sentirsi informati, sapere.
Questo sta succedendo, un bombardamento mediatico di immagini senza informazioni, ma bastanti per sentirsi partecipi di quello che succede nel mondo.
Viene da sè che questa " informazione" è a senso unico, gli usufruitori rimangono in una sorta di limbo acritico.
Ecco perchè porre domande pubbliche sta diventando una cosa anormale, da denuncia.
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