giovedì 6 maggio 2010

Decreto Alfano



Dal blog di Enzo di Frenna volentieri pubblico e invito tutti a fare altrettanto:

Ho sentito a telefono l'avvocato Guido Scorza, il segugio dei provvedimenti legislativi anti internet. Il DDL Alfano che imbavaglia la cronaca giudiziaria e riduce il potere delle intercettazioni, non ha subito grandi modifiche. Quindi la norma che obbliga i blogger a pubblicare una rettifica relativa al contenuto di un post, entro le 48 ore successive alla pubblicazione on line, è rimasta intatta. Ci sono due emendamenti che puntano a svotare questo aspetto della norma - di cui uno è stato elaborato da un parlamentare del PD - ma a quanto mi risulta non sono stati recepiti. Ciò significa che, se nelle prossime settimane venisse approvato il DDL Alfano, scatterebbe la museruola anche per i blog.

Che cosa possiamo fare? Che tipo di protesta possiamo inventarci? Una roba semplice, di facile organizzazione, magari attraverso un tam tam della Rete. Inviatemi le vostre proposte nei commenti del mio blog. Nel frattempo mi faccio venire anch'io un'idea.

E. Di Frenna

E dal blog dell On. Massimo Donadi ( IdV)

Non aspettiamo l’ultimo momento per mobilitarci.
Mentre il Paese attende i risultati delle indagini della magistratura sulle inchieste che stanno esplodendo in questi giorni, il governo sta procedendo a tappe forzatissime verso l’assoluzione finale, ovvero, l’approvazione delle
legge sulle intercettazioni.
C’è una cosa che deve essere chiara a tutti: questa di
Scajola sarà l’ultima vicenda di cui gli italiani potranno leggere e che i giornalisti potranno raccontare.
Con la nuova legge sulle intercettazioni, se un politico avrà commesso un reato, sapremmo solo se, alla fine delle indagini, è stato arrestato ma non potremmo mai sapere perché, di quale reato si è macchiato. Un po’ quello che, in realtà, il
Tg1 di Minzolini sta tentando di fare da tempo.
Solo che da domani sarà legge e tutti dovranno attenersi ad essa, pena la decapitazione economica e finanziaria. La legge sulle intercettazioni è la soluzione finale sognata da
Berlusconi per risolvere la piaga della corruzione in Italia: mettere il bavaglio alla stampa e legare le mani alla magistratura. Se nessuno sa che un reato è stato commesso il reato non c’è.
E’ la prima regola del berlusconismo che abbiamo imparato sulla nostra pelle: se non ci sei, non esisti.
Di fronte a tutto questo, non dobbiamo stare ad aspettare. Non dobbiamo subire, per l’ennesima volta, piegando la testa. Di fronte ad una legge che non solo bloccherà le intercettazioni ma, quel che è peggio, fermerà per sempre qualsiasi notizia relativa a procedimenti giudiziari, dobbiamo prepararci già da adesso.
Sindacati, associazioni, politici, cittadini, giovani, donne, pensionati, tutti quelli che hanno a cuore la tenuta democratica di questo Paese, scendano in piazza per mettere in piedi la più
grande mobilitazione di popolo che si sia mai vista negli ultimi 20 anni.
Quella delle intercettazioni, insieme alle altre progettate da Berlusconi, sono norme che prendono l’Italia, la tolgono dall’Europa e la sbattono in qualche staterello del sud est asiatico. Portiamo il Paese in piazza.
I sindacati proclamino una giornata di
sciopero nazionale e noi saremo con loro. Si chiudano le saracinesche dei negozi, l’Italia si fermi per un giorno: a chi vuole toglierci l’ultimo spiraglio di verità che ci rimane, facciamo sentire i palpiti dei nostri cuori uniti.

2 commenti:

Amaranta ha detto...

Ma che è tornata l'inquisizione?

logos nella nebbia ha detto...

Peggio

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