domenica 6 settembre 2009

Lo stato delle cose



Stiamo vivendo una lunga fase politica, sfiorando non a caso quasi il ventennio, di meticolosa e programmata distruzione delle conquiste sociali, economiche, politiche e istituzionali.
In nome del riformismo si sono innescati meccanismi di distruzione dello stato sociale.
Un esempio per tutti il sistema pensionistico. Ingenti quantitativi di denaro non pubblico, ma dei lavoratori, dati alle grandi aziende in nome della cassa integrazione, quando poi sappiamo che è stata usata spesso come " metodo di produzione".
Si è poi arrivati alla messa fuori scena del sindacato, sfruttando la caduta delle ideologie.
Ritrovatosi debole da un punto di vista ideologico il sindacato è stato messo in disparte dala contrattazione collettiva, qui ha fatto buon gioco il sistema dell'informazione, presentandolo, specialmente la CGIL come un avversario dell'economia.
Arriviamo alla libertà di stampa, altro punto cardine di una nazione libera.
Io penso che la libertà di stampa ci sia, è sciocco lo sciopero dei giornalisti per una stampa più libera. Sciocco e fuorviante
Perchè la maggior parte dei giornalisti scrive dietro compenso e per chi paga di più. Professionisti prezzolati al soldo del più potente, per convenienza, per ruffianeria, per soldi.
Non c'è più nessuno che applichi il libero pensiero, la critica ontologica o teleologica, cioè la critica all'essere in sè o la critica per un fine, per arrivare a..
Ecco perchè la stampa è ancora libera, è libera di aver scelto di essere mercenaria.
Il governo è sotto gli occhi di tutti che non sta governando, non sta conducendo il paese se non alla sua rovina siciale, politica, economica.
A questo punto bisogna che le istituzioni sane, da confindustria ai sindacati fino alla finanza laica ( chi mi vuole capire capisca) si ritrovino e " conducano" il paese fuori dal tunnel, lasciando fuori il governo.
Sono le forze ancora sane, quelle che hanno ancora una visione di Italia, perchè è questo che manca. Tanto vivremmo sempre in questo stand-by con SB al governo e nessuna decisione verrà presa al riguardo.
Rimane il ruolo della chiesa, che si è sentita tradita dal patto pre-elettorale con SB ( il vero contratto non era fra elettori e lui ma fra Vaticano e lui) e tenta nuove strade al fine di scalzare definitivamente ciò che rimane della finanza laica milanese, il resto è in mano al patto SB-Vaticano-Finanza cattolica-imprese di C.L.
Ma questa è una guerra in cui noi saremmo sempre dei semplici osservatori.

Lorenzo

1 commento:

Bruno ha detto...

Ciao Lorenzo, grazie per essere diventato un amico del ns blog e noto con piacere che sei anche tu di Alessandria.......

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