sabato 12 settembre 2009

Perchè il Gorgia di Platone è attuale



Di Gorgia si può dire, a mio avviso, che a differenza di Eraclìto, il quale intendeva il logos come comprensione e ragione delle cose e del loro fluire, concepì il logos come semplice discorso, e quindi come semplice capacità rappresentativa ed argomentativa.
Per Gorgia non vi era, dunque, un'opposizione tra discorso e realtà, ma solo un'opposizione tra discorso e discorso.
Quando penso a Gorgia non posso sottrarmi all'idea dell'avvocato del diavolo, non già nel senso di difensore di cause che paiono impossibili a sostenersi, se non per illimitato credito che attribuiamo all'accusato e per la fede nella sua innocenza, quanto all'abilità che Gorgia dimostrò nel discolpare diversi tipi di accusati.
Fosse vivo oggidì, Gorgia non esiterebbe a difendere madri che uccidono i loro figli e figli che uccidono i loro genitori, non già per mancanza di un qualsiasi senso morale, ma per un senso umano forse più ampio del consueto.
Ciò che in fondo nobilita Gorgia è che egli non investì il proprio talento per accusare innocenti, come tanti procuratori dell'Inquisizione nel medioevo, ma solo per difendere presunti colpevoli, spesso condannati solo dalla normale inclemenza e dal sommario senso della giustizia del volgo.
In tale ottica, il senso delle confutazioni gorgiane sarebbe quello di far osservare ai più che le nostre convinzioni intorno alle cose non sono il frutto di ragionamenti logici o di autentiche esperienze, ma di un processo di autopersuasione dovuto ai discorsi che abbiamo letto od ascoltato
Platone in questo dialogo vuole denununciare una situazione che si stava creando nella Atene di allora, dove le verità,grazie ai sofisti e ai retorici, diventavano tali solo perchè l'oratore era abile nei dialogoi
In altre parole: vi sarebbe in Gorgia una sconcertante anticipazione di quella che è la nostra condizione attuale: pochissime esperienze dirette, pochissime conoscenze di prima mano, una conoscenza solo libresca e virtuale fondata sulla fiducia che assegniamo ai giornali, alle tv.

Del Gorgia come filosofo posso dire che il suo è stato un tentativo per contrastare la ricerca della verità assoluta.
Tale radicale attacco aveva un duplice bersaglio: il razionalismo eleatico e l'empirismo, o meglio, il semiempirismo ionico ed eracliteo che ad esso si contrapponeva, muovendo dalla constatazione che la realtà è il molteplice, il divenire delle cose, la natura e non l'essere immobile di Parmenide.
La conclusione gorgiana preannunciava un radicale nichilismo ed un altrettanto radicale scetticismo ma, secondo diverse interpretazioni contemporanee, essa andrebbe intesa, piuttosto, come una denuncia della pretesa umana di avere certezze incrollabili, e di avere quindi una scienza della realtà.
In poche parole un relativismo assoluto, al limite del più bieco individualismo.

In tutto questo ci vedo molte analogie alla situazione politica di oggi, dove, tramite la platea Tv, le verità diventano tali solo perchè frutto della retorica.
Ma sono solo doxa, opinioni.

".......Gorgia, diccelo tu che nome dobbiamo darti e di che arte sei competente"
Platone - Gorgia, 449a

Lorenzo

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