Habermas, uno dei più grandi filosofi tedeschi contemporanei, è ormai diventato un classico della letteratura filosofica etica e politica.Di estrazione kantiana si è sempre occupato dei più grandi argomenti di attualità in campo filosofico .
La tesi principale sostenuta dall’autore, in campo bioetico, è la seguente: nel momento in cui pratiche di ingegneria genetica, in particolare Habermas parla di diagnosi preimpianto e sperimantazioni sulle staminali, oltrepassano i limiti della finalità terapeutica e clinica vanno sicuramente vietate, poiché minacciano la libertà del soggetto di poter essere se stesso manipolando il suo “indisponibile” patrimonio genetico.
Habermas critica i deboli argomenti di coloro che sostengono una genetica liberale( Inglesi) basantesi sull’analogia tra modificazioni genetiche tecnicamente prodotte e modificazioni pedagogiche del carattere. perchè l'ingegneria genetica liberale si sta interessando acnhe di questa parte del genoma umano ( sperimentazioni sui carcerati).
Addirittura ci sono studi sulla equivalenza tra genetica ed educazione e sulla conseguente estensione del potere educativo dei genitori alla libertà di intervenire anche sul corredo genetico ei propri figli. In realtà tutto ciò porterebbe per Habermas alla pericolosa perdita della distinzione tra artificiale e spontaneo, tra ciò che è tecnicamente prodotto e ciò che è spontaneamente divenuto, l’essere umano geneticamente modificato scoprirà se stesso come un prodotto tecnico e non come un organismo spontaneo.
La manipolazione genetica è un qualcosa a cui il futuro individuo non può ribellarsi, di conseguenza è una grave minaccia alla sua libertà etica.
Quello che voglio inoltre sottolineare è la totale assenza, in questi dibattiti di alto livello, dei filosofi italiani,( per non parlare dei politici!) ancora impegnati a chiedersi se è giusto un intervento del Papa nelle questioni politiche, oppure il loro sguardo filosofico è appannato dal platonismo sempre più dilagante dove le idee, provenienti da chissà dove, non sono ad uso della ragione umana.
Lorenzo
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